Fotografare non è solo la semplice volontà di fermare un momento.
Quando fotografiamo non possiamo prescindere dalla necessità più peculiare della fotografia di portare in due dimensioni ciò che ne ha tre.
È il suo limite e la sua forza.
Annientiamo quasi il senso delle dimensioni, perdiamo i suoni, i profumi, il nostro stato d’animo.
Eppure attraverso la deformazione il fotografo può ricreare tutto questo, interpretando ciò che vede, dando ad ogni forma importanze e ruoli che prima non gli appartenevano, creando nel lettore le stesse emozioni che hanno fatto scattare la sua mano.
Le prime riprese che ogni persona fa le immagina senza bisogno di niente, né macchina né obiettivo. Concentrarsi nelle inquadrature e nei diaframmi in ambienti esterni è il primo passo: la luce è già pronta, basta guardare, scegliere e decidere come interpretare un momento e creare una nuova immagine della realtà.
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