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Il retrogaming, cioè quel mondo passato dei videogiochi pixellosi, bassa risoluzione e pochi colori a disposizione.

In un’epoca di gran lunga precedente alla playstation, sono esistiti computer che hanno fatto la storia del retrogaming. Parliamo degli 8-bit e dei 16-bit, delle macchine commodore (vic20, c64, Amiga, etc) come di molte altre console. Le possibilità erano infinite – per l’epoca – potevi dedicarti al videogaming, utilizzare i primi sistemi operativi, creare le prime forme di arte digitale.

Un programma che molti nati intorno agli anni 70 ricorderanno è Deluxe Paint, spesso indicato come DPaint: programma per disegnare grafica bitmap creato da Dan Silva per Electronic Arts. La versione originale di Deluxe Paint fu concepita per Amiga 1000 e rilasciata nel novembre 1985. Successivamente venne portata su altre piattaforme, tra cui una versione MS-DOS che divenne lo standard per la grafica di pixel nei videogiochi negli anni ’90.

Chi ha cominciato a realizzare grafica pixel ha seguito un percorso completamente diverso dai creativi digitali di oggi, un sentiero fatto di difficoltà e limitazioni, pochi pixel e scarso numero di colori da utilizzare. Qualsiasi cosa tu dovessi realizzare partiva da un piano preciso, era fondamentale scegliere bene la palette colori da utilizzare e come sfruttare lo “spazio di lavoro” perché, al bisogno, non sarebbe stato così semplice tornare indietro. Chi utilizza il computer oggi con tutti i vantaggi della Creative Suite e che non ha mai usato Deluxe Paint o Brilliance probabilmente fa fatica ad immaginarne il contesto.

Chi invece ci ha sguazzato dentro può “sentirsi protetto”: aver utilizzato dei mezzi così spartani ed esserne venuti a capo porta inevitabilmente a sviluppare un’attitudine verso il problem-solving, un modo più informatico di vedere la grafica, quel modo che ti porta a conoscerne i come e i perché.